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Pubblicato l'ultimo Rapporto “Emissions Gap 2014”, stilato da 38 eminenti scienziati provenienti da 22 Gruppi di ricerca in 14 Paesi, che monitora annualmente il divario che deve essere colmato tra gli impegni finora assunti dai Paesi dell’UNFCCC alla Conferenza di Copenhagen (2009). Ricordiamo che, secondo quanto stabilito nella Conferenza scandinava, sarebbe necessario mantenere la temperatura globale a +2 °C entro la fine del secolo. Il rapporto indica che siamo ancora lontani dall’obiettivo.

Tale condizione sarebbe la sola che potrebbe evitare disastrose conseguenze agli ecosistemi terrestri e ai suoi abitanti, compreso l’uomo:
- raggiungere il picco intorno al 2020, per poi discendere fino ad almeno il 15% al 2030 rispetto al 2010;
- diminuire ulteriormente di almeno il 50% al 2050;
- arrivare alla neutralità (net-zero) tra il 2055 e il 2070, compensando l’eventuale gap rimanente con la riforestazione e altri strumenti; tra il 2080 e il 2100, se la “neutralità climatica” tiene conto anche di altri potenti gas serra quali metano, protossido di azoto e idrofluorocarburi (HFC).

Nel rapporto invece, viene sottolineato che il mondo è ben lontano dal traguardo, con le emissioni globali che rispetto al 1990 sono cresciute di oltre il 45%. Con gli impegni assunti, il divario tra quanto è necessario e quel che comporta la riduzione con gli impegni presi, circa un terzo delle attuali emissioni.  Viene indicata come unica e attendibile via d'uscita, cocn una potenziale riduzione delle emissioni e il conseguimento degli obiettivi-chiave di sviluppo sostenibile,potrebbe derivare solo dal miglioramento dell’efficienza energetica.

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